La casa dell’incesto
Il Mattino che mi alzai per iniziare questo libro, tossii. Qualcosa veniva fuori dalla mia gola, mi strangolava. Spezzai il filo che la teneva e la buttai via. Tornai a letto e dissi: ho sputato il mio cuore.
La quena è uno strumento fatto di ossa umane. Deve la sua origine al culto di un indio per la sua amante. Quando la donna morì, con le sue ossa lui costruì un flauto. La quena ha un suono più penetrante, più ossessionante del flauto comune.
Coloro che scrivono conoscono il procedimento.
Pensavo a questo mentre sputavo il mio cuore.
Solo che io non aspetto che il mio amore muoia.

Le cose belle che mi appassionano e mi emozionano non hanno recensioni.
La casa dell’incesto è un’eruzione vulcanica; un libro che urla tutta la sua essenza consapevolmente ed inconsapevolmente; un vero e proprio giardino segreto che necessita di essere esplorato.
Anaïs Nin è magnetica, affascinante, vibrante, passionale ed urgente.
Era da tanto che volvevo leggere qualcosa di questa scrittrice e ne sono rimasta ammaliata.