Norwegian wood

Haruki Murakami

Conosco la differenza tra le persone che sanno aprire il loro cuore, e quelle che non sanno farlo. Tu sai aprirlo. Ma solo quando dici tu, beninteso.

– E se uno lo apre cosa accade? Si guarisce.

Norwegian Wood è il mio libro preferito.

Ambientato nel Giappone di fine anni 60, scritto in parte in Italia e con un titolo che omaggia una canzone dei The Beatles, Nowegian Wood è un romanzo d’amore e di formazione.

Leggere questo libro è un’invasione di emozioni intime e potenti e la più forte e significativa, personalmente, è quella del conforto, emozione che mi accompagna ancora oggi dopo diversi anni dalla lettura.

Cerca di pensare che la vita è una scatola di biscotti. Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. È quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti.

Murakami con questo romanzo non fa sconti, proprio come non lo fanno i sentimenti, ti fa compagnia nella solitudine, ti suggerisce canzoni da ascoltare e soprattutto mostra che la fine, quella che fa male, brucia e a volte ammala, esiste davvero e porta sempre con se, come dono, un nuovo inizio.

“Solo tu mi capisci davvero” dissi ridendo. 
“Dimmi qualcosa di ancora più carino.”

“Mi piaci tanto, Midori.”
“Tanto quanto?”
“Tanto quanto un orso in primavera.” 

“Un orso in primavera?” chiese lei sollevando di nuovo la testa “come sarebbe un orso in primavera?”.
“Un orso in primavera… allora, tu stai passeggiando da sola per i campi quando ad un tratto vedi arrivare nella tua direzione un orso adorabile dalla pelliccia vellutata e dagli occhi simpatici, che ti fa: ‘Senta signorina, non le andrebbe di rotolarsi un po’ con me sull’erba?’.

Tu e l’orsetto vi abbracciate e giocate a rotolare giù lungo il pendio tutto ricoperto di trifogli per ore e ore. Carino, no?”

“Carinissimo”
“Ecco, tu mi piaci tanto così.” 

Tagliente, elegante, profonda. Se dovessi paragonare la scrittura di Murakami a qualcosa, la paragonerei ad un colpo di katana. E’ imprevedibile, cambia repentinamente ma mai a caso, è pulita, precisa, diretta, mai banale. E’ essenziale. 

Murakami è uno scrittore intimo, divertente, vero. La sua capacità di restare aderente alla realtà, nonostante palesemente parli di sogni e di cose che non esistono, è il paradosso che più mi ha affascinata. Non ha la pretesa di insegnarti nulla, ma soltanto la voglia di raccontarti una storia.
Uno scrittore che non passa per niente inosservato e che in punta di piedi arriva diritto al cuore e lì resta.