Intermezzo
E’ la vita stessa a essere la rete, a tenere al loro posto le persone, a dare senso alle cose. Senza le altre persone non ci sarebbe vita. Le richieste delle altre persone non svaniscono, si moltiplicano e basta. Sempre più complesso, sempre più difficile. Che è un altro modo, pensa, di dire, più vita sempre più vita.

Intermezzo è la storia di due fratelli Peter e Ivan che si ritrovano ad affrontare una nuova fase della loro vita in seguito alla perdita del padre. Peter, un avvocato di successo trentaduenne, ha una relazione con Naomi ed un legame speciale con Sylvia, la sua ex fidanzata. Ivan è il fratello minore di 22 anni, scacchista e laureato in fisica, che durante un torneo di scacchi conosce Margaret.
Quella di Intermezzo, tuttavia, è “più semplicemente” la storia di individui solitari ed imperfetti che si intrecciano con altri individui. Tramite una scrittura famelica, nuova e complessa Sally Rooney fa scacco matto mostrando due volti troppo simili della stessa medaglia della vita: possibilità e realtà, con un romanzo che scardina i rapporti convenzionali, strappa le etichette sociali che definiscono con troppa rigidità e superficialità, mettendo in risalto l’emotività ed i vissuti di due generazioni a confronto, i 20enni e i 30enni.
C’è da impazzire a pensare a queste cose. Le altre vite che avresti potuto avere. E la vita che di fatto hai avuto, dopo che è finita…. Dove se n’è andata? Cioè, cosa dovresti farci?
Sceglie due protagonisti che si intercambiano ad ogni capitolo come i giocatori di una partita di scacchi, seduti davanti ad un’apparente classica scacchiera.
La scacchiera di Intermezzo, però, non è quella convenzionale, è nuova: la paura, il dolore, la rabbia, l’invidia, l’amore, la competizione, la solitudine, la perdita, sono le vere pedine messe in gioco e, lo studio per la mossa giusta e quel ticchettio dell’orologio doppio non sono necessari, anzi sono d’intralcio, perché la vittoria non è più battere l’avversario, ma provare a capire un po’ meglio se stessi.
Un libro che quindi, punta alla scoperta di sé, ed affronta i temi fondamentali del giorno d’oggi ma che risultano in parte ancora dei tabù, quali il lutto, le differenze delle classi sociali, il rapporto con la carriera, il peso del proprio vissuto e delle proprie scelte, la capacità di vedere con uno sguardo adulto il nucleo familiare di provenienza ed il desiderio di andare incontro alla famiglia che si sceglie di creare con nuove persone.
Nessuno è perfetto, a volte hai bisogno che le persone siano perfette e loro non riescono ad esserlo e allora le odi per sempre perché non lo sono anche se non è colpa loro, e neanche colpa tua. È solo che avevi bisogno di qualcosa che loro non potevano darti. E poi capita lo stesso a te con altre perone, sei tu quello che non soddisfa le aspettative, che non riesce a far andar meglio le cose, e ti odi così tanto che vorresti essere morto.
Una trama marginale che fa da sfondo a pagine dense di parole che Sally Rooney utilizza per dare voce ai pensieri dei personaggi; con una scrittura senza forma e un voracissimo flusso di coscienza, nel libro si entra perfettamente nella dimensione interna dei personaggi, i quali prediligono solo l’ascolto di sé stessi; un ascolto frammentato, disturbato e frenetico che non sempre rispecchia la realtà, brillantemente tradotto da questa scrittura innovativa.
Ma secondo me l’unico motivo per cui non ne parli è che pensi che la gente reagirebbe in modo stupido. Il che non ha nulla a che fare col giusto e lo sbagliato. Margaret ha detto che in effetti sì, teme il giudizio degli altri, e Ivan ha detto che temere il giudizio non è la stessa cosa che pensare che quel giudizio sia corretto.
Peter e Ivan, i due protagonisti, i due giocatori, incarnano i due concetti chiave di questo libro: le possibilità e la realtà.
Peter è la “mossa giusta” che descrive l’affanno generazionale di sentirsi realizzati e dover dimostrare forse più a sé stessi che agli altri, di essere sempre figli degni, fratelli perfetti, lavoratori stacanovisti, socialmente accettati; una corsa ossessiva verso un troppo che offusca inevitabilmente il desiderio, quindi l’azione e di conseguenza il benessere psico-fisico.
Ivan è la genuinità ma anche l’analisi e la concretezza; lui rappresenta la libertà interiore che porta con sé la consapevolezza di sé stessi ed il peso decisionale che non si è in grado di sostenere se ingombrati da tutti gli aspetti prima citati.
I fatti NON badano ai tuoi sentimenti
Non si è solo una di queste due cose, ecco allora che Sally Rooney mostra una differente visione: dualità vs multi possibilità.
Quella di Intermezzo è una mappa stradale nuova che rispecchia il mondo d’oggi, perché la strada che si propone davanti ai personaggi non può essere più disegnata come il classico bivio; davanti ad ognuno si presenta un quadrilatero pieno di strade illuminate, traverse nascoste, metro sotterranee. Un mondo nuovo “affollato” di persone, possibilità e pensieri, che fa sentire paradossalmente più soli e più confusi per la scelta da compiere, infatti ogni rapporto tra i personaggi, è pieno di tanta frenesia e al tempo stesso di paralisi, raccontando la contemporaneità dei legami d’oggi.
Cosa allora? Gli stava tutto sfuggendo di mano. La sua vita, una voragine nera sempre più profonda da cui poteva solo distogliere lo sguardo. Escogitando freneticamente distrazioni.
La soluzione a questo senso di smarrimento la dà Sally Rooney sottolineando la congiunzione grammaticale giusta da inserire tra le varie opzioni disponibili della vita, congiunzione che non è più “o” ma “e”, infatti la svolta risiede nel consentirsi di avere diritto all’incertezza e all’errore; e grazie al suo potere terapeutico, questa scrittrice, fa sentire compreso e meno solo il lettore anche al cospetto di pensieri inconfessabili che esistono nei personaggi di questo libro.
Questo non significa niente. Non è vero: qualcosa significa ma il significato non è familiare.
In tutto il romanzo in contrapposizione a questo senso di agitazione, emerge silenziosamente la lenta elaborazione ed il cambiamento. I due protagonisti affrontano la perdita del padre in un modo commovente; un processo che porta con sé la conclusione di fasi di vita ed un approccio alla maturazione interiore mettendo fine ad un modo di esistere non più conforme al tempo presente.
Una vita quanto può accogliere? Quanto può contenere dentro di sé senza spezzarsi?
Sally Rooney compie un’evoluzione stilistica e comunicativa perfettamente fedele ai tempi d’oggi, con un romanzo che è un inno alla vita che oscilla tra paura e coraggio; vita da vivere nella sua totale complessità, accarezzando l’idea di considerare solo quello che più conta: essere vivi, fermarsi due secondi per rendersene conto, apprezzarlo e poi poter continuare a vivere la vita (forse) più serenamente.